Covid in anziana politrattata

Rosa ha 93 anni.
È ipertesa, asmatica, ipercolesterolemica, soffre di osteoporosi e di fibrillazione atriale parossistica, insorta a seguito di una lieve dilatazione della radice aortica.
La terapia giornaliera per le problematiche cardiologiche è costituita da: olmesartan 20mg, amlodipina 5mg, carvedilolo 25mg, fleiderina 150mg, omega3 4000mg, simvastatina 20mg.
Assume inoltre pantoprazolo 40mg come gastroprotettore.
A questi principi attivi si aggiungono i puff di beclometasone e formoterolo, per l’asma e acido ibandronico 150mg 1 volta alla settimana più vitamina D 25.000UI una volta al mese per l’osteoporosi.
Da un paio di giorni la paziente presenta un forte raffreddore con faringodinia e tosse secca.
Data l’età e le patologie cardiache e polmonari, il medico di famiglia si reca subito al domicilio per una visita, riscontrando solo una riduzione del murmure polmonare e un incremento del “solito” broncospasmo legato all’iperreattività bronchiale di cui soffre normalmente la paziente.
Consiglia quindi per sicurezza di effettuare anche un test rapido per Covid e rientra in ambulatorio.
Dopo poche ore arriva il risultato: positivo. Ci sono tutti i criteri per prescrivere la terapia antivirale specifica con nirmatrelvir e ritonavir.
Al momento dell’inserimento nel computer, però, lo schermo di riempie di avvisi: il farmaco è incompatibile con la terapia! Cosa fare? Il medico li analizza uno alla volta e giunge alla conclusione di prescrivere ugualmente l’antivirale.