Luigia, la nostra nonnina e gli acciacchi

Luigia ha 87 anni. Vive con 4 anziane sorelle e conduce una vita ritirata in una cascina in Lombardia. Le sue condizioni di salute sono sempre risultate buone. Attualmente soffre di osteoporosi, trattata con colecalciferolo, 50.000 UI una volta ogni 15 giorni, e risedronato, 75 mg una volta a settimana. Di recente le è stata diagnosticata, oltre all’artrosi, anche un’artrite su base psoriasica. Per questo motivo assume metilprednisolone 4 mg al giorno e methotrexate 2,5 mg 3 volte a settimana. Luigia ha già avuto a che fare con le interazioni farmacologiche, ed è già stata protagonista di uno dei nostri casi clinici (methotrexate-omeprazolo, quest’ultimo poi sostituito con famotidina). L’esperienza precedente con gli eventi avversi da farmaci ha lasciato il segno. Ora, prima di assumere nuove terapie, chiede sempre al nipote farmacista di leggerle i bugiardini e di verificare eventuali interazioni tramite l’apposito software installato sui computer della farmacia dove lavora. Nelle ultime settimane la paziente ha iniziato ad assumere saltuariamente ibuprofene 600mg (“promosso” dall’analisi del nipote) per il dolore incidente delle riacutizzazioni artritiche. Negli ultimi 4-5 giorni presenta però una sintomatologia ascrivibile ad una infezione polmonare. Chiama il medico di famiglia che la visita e riscontra una polmonite, verosimilmente pneumococcica, con iniziale scompenso cardiaco. Pertanto prescrive levofloxacina 750mg al giorno per 7 giorni, associata a furosemide 25mg due volte al giorno. Luigia chiede al nipote di procurarle i farmaci, ma il software segnala dei possibili problemi.