Quando il medico cambia una terapia..

Teresa ha 93 anni.
Come ama ripetere, alla sua età ha ormai sostituito gran parte del cibo con le medicine.
Effettivamente sono numerose le compresse che assume. Tra queste, le principali sono: levotiroxina, 25 mg per ipotiroidismo; dapaglifozina 10mg per diabete di tipo II; furosemide 25mg, canreonato di potassio 50mg, sotalolo 80mg e olmesartan 20mg per ipertensione arteriosa; pantoprazolo 20mg come gastroprotettore; alprazolam 1mg per insonnia; ossicodone 5mg più naloxone 2,5mg per i dolori artrosici.
Da 3 giorni circa Teresa ha un forte raffreddore.
Essendo affetta anche da asma allergico, in queste occasioni le capita di frequente di avvertire una costrizione a livello bronchiale, motivo per cui il suo vecchio medico le prescriveva abitualmente Teofillina, 300mg 2 volte al giorno per la durata della crisi.
La nuova dottoressa, al contrario, non ama questo farmaco.
Al termine della visita domiciliare, ne rifiuta la prescrizione.
Ha bene in mente che interagisce con diversi altri principii attivi e, considerato l’elevato numero di farmaci assunti da Teresa, è ragionevole aspettarsi qualche imprevedibile interazione.
Consiglia invece di effettuare fumenti con bicarbonato, rimedio naturale e privo di effetti collaterali.
Quando la dottoressa torna in ambulatorio, per maggior sicurezza, inserisce il principio attivo “teofillina” nella banca dati delle interazioni confrontandolo con la terapia abituale di Teresa, certa che il software identificherà delle incompatibilità. Quale interazione viene rilevata dal computer?