Sono solo erbe...ma hanno interazioni importanti

La signora Rosa ha 79 anni. È vedova e vive da sola in una grande città del nord Italia. Ha due figlie che la vengono a trovare a casa un paio di volte alla settimana e conduce una vita ritirata. È diabetica, ipertesa e, l’anno scorso, ha presentato un episodio di trombosi venosa profonda agli arti inferiori che è esitata in una iniziale embolia polmonare, per cui è stata trattata da subito con eparine a basso peso molecolare e successivamente è stata posta in terapia con warfarin.
Attualmente assume alla mattina una compressa di quinapril 20mg + idroclorotiazide 12,5 mg, a pranzo e a cena metformina da 500mg, e al pomeriggio warfarin con dosaggio secondo INR. Rosa nelle ultime settimane lamenta apatia, affaticabilità, ha ridotto ulteriormente i contatti sociali e passa la maggior parte del tempo da sola in casa rifiutandosi di vedere le amiche. Le figlie, nel tentativo di migliorarne l’umore, decidono di portarla a un centro di bellezza. Durante la seduta, l’estetista si accorge che la signora ha pensieri tristi e ripetitivi, insoliti anche per la notoriamente riservata Rosa.
Le consiglia pertanto di assumere iperico, un integratore che “in diverse altre mie clienti che erano tristi ha fatto molto bene, ora sono tutte allegre”. Rosa si segna il nome della medicina e si reca nella farmacia sotto casa. Il farmacista, che conosce la signora da anni, vede il foglietto con la richiesta e si rifiuta di fornire il farmaco. “Signora, questo non è un integratore, è un fitofarmaco. Può interferire con le medicine che sta assumendo, per lei è veleno!”