Stress post traumatico e tubercolosi, difficile curarle assieme

Felix ha 32 anni ed è un rifugiato proveniente dal Senegal.
È arrivato nel nostro Paese due anni fa, al termine di un lungo viaggio, nel corso del quale ha subìto privazioni di ogni tipo.
Giunto in Italia, è stato preso in carico dal dipartimento di Prevenzione dell’Asl.
I medici gli hanno diagnosticato una tubercolosi latente e un disturbo da stress post traumatico, associato ad una ipertensione arteriosa.
Per queste patologie sta assumendo attualmente: ramipril 5 mg due volte al giorno, rifampicina 600 mg più isoniazide 300 mg sempre due volte al giorno, diazepam 5 mg/mL secondo lo schema: 10 gocce al mattino, 10 al pomeriggio, 20 alla sera.
Con questa terapia Felix presenta un buon controllo dei sintomi.
La tubercolosi non dà segno di sé, la pressione è nella norma e, giunto in un ambiente meno pericoloso di quelli in cui si è trovato a vivere negli ultimi mesi, riesce a dormire circa 6 ore per notte, anche se il sonno viene occasionalmente interrotto da incubi.
Tutto sembra andare per il meglio, finché Felix non presenta nuovamente insonnia e agitazione, che sfociano in un episodio di aggressione ai danni di un operatore sociale incaricato di assisterlo.
Interrogato dai medici, il paziente riferisce di non avere più chiuso occhio da diversi giorni, che gli incubi sono tornati “anche durante il giorno” e di temere per la propria vita, spaventandosi e reagendo aggressivamente anche seguito di stimoli minimi.