Diagnosticare il deterioramento cognitivo con l'AI

È da poco uscito uno studio europeo che vede l’Italia in prima fila.
Scopo, identificare precocemente il decadimento cognitivo.
Al momento sono oltre 10 milioni i cittadini europei colpiti da demenza, e si stima che le persone affette da deterioramento cognitivo lieve siano circa il doppio.
Una tendenza in continuo peggioramento, in grado di saturare la risposta dei sistemi sanitari.
Il progetto AI-Mind, finanziato dall’Unione Europea, prevede lo sviluppo di
due sistemi informatici di intelligenza artificiale basati sul deep learning.
Il primo analizza i dati forniti dall’elettroencefalogramma per identificare i pattern ripetitivi tipici delle disfunzioni delle reti neuronali.
Il secondo li integra con analisi genetiche e test cognitivi in modo da quantificare il rischio di sviluppare una demenza.
Attualmente, la diagnosi è complessa, lenta e costosa. Sono infatti necessarie ripetute visite ambulatoriali per la somministrazione dei test cognitivi. Questo porta ad un notevole consumo di energie in termini di ore di lavoro del personale sanitario.
Lo sviluppo di piattaforme digitali sulle quali il paziente è in grado di portare a termine autonomamente questi “test cognitivi digitalizzati” consente di liberare risorse che possono essere dedicate ad un trattamento precoce.
L’altra problematica che può portare ad un ritardo diagnostico è la necessità di confrontare ed interpretare i risultati di tutti i test effettuati per identificare un trend temporale.
Questi dati vanno inoltre integrati con i risultati degli esami strumentali, ad esempio l’elettroencefalogramma, e dei test genetici.
La soluzione? Una piattaforma unificata a livello europeo, in grado non solo di raccogliere e memorizzare i dati degli esami ma di interpretarli, identificando differenze anche lievi che potrebbero sfuggire all’occhio umano.
AI-Mind. Artificial intelligence for dementia prevention