Nonostante lʼinsegnamento dellʼEvidence-Based Medicine sia previsto dal core curriculum della conferenza dei presidenti dei CdL in Medicina e Chirurgia, di fatto è ancora poco diffuso ed è prevalentemente espressione di iniziative locali. Presentati a Oxford i risultati dello studio condotto dalla Fondazione Gimbe in collaborazione con il Sism
Sul palcoscenico di Evidence Live 2018 – evento internazionale che raduna a Oxford i massimi esperti nella produzione, sintesi e trasferimento delle evidenze scientifiche – è stata presentata oggi la ricerca condotta in collaborazione con il Segretariato Italiano Studenti in Medicina (Sism) e finanziata dalla Fondazione Gimbe con la borsa di studio “Gioacchino Cartabellotta”.
“Negli ultimi 25 anni le Scuole di Medicina di tutto il mondo – ha esordito Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – hanno integrato nei curricula formativi l’Evidence-based Medicine (Ebm) core curriculum, set standardizzato di conoscenze e competenze che permette al medico di essere indipendente nella ricerca, valutazione critica e applicazione delle migliori evidenze. Considerato che la loro integrazione nella pratica clinica migliora la qualità dell’assistenza e riduce gli sprechi conseguenti al sovra- e sotto-utilizzo di farmaci, test diagnostici, interventi chirurgici e altri interventi sanitari abbiamo finanziato questo studio per valutare il grado di penetrazione dell’Ebm nella formazione universitaria del medico in Italia, dove non esistono dati sistematici in merito”.