Gli ospedali virtuali rimpiazzeranno quelli fisici?

Tra le innovazioni che sono emerse negli ultimi anni negli USA, gli ospedali virtuali si sono presentati come uno dei cambiamenti più promettenti.
Queste strutture utilizzano la telemedicina e la cura a distanza per portare i servizi sanitari direttamente ai pazienti, nel comfort della loro casa, rivoluzionando il modo in cui si affrontano le cure mediche.
Uno dei principali aspetti positivi di questa innovazione è l'accessibilità a servizi sanitari di qualità da parte del grande pubblico, specialmente per coloro che vivono in zone rurali o con difficoltà di movimento.
Anche la rapidità con cui viene effettuata la televisita non è confrontabile con le lunghe attese che caratterizzano gli appuntamenti di persona. Inoltre, tramite la presenza virtuale come una componente nativa e fondamentale dell'ospedale, la struttura stessa sviluppa una migliore gestione dei dati, risolvendo il problema dell'interoperabilità e fornendo una visione d'insieme sullo stato di salute sia al paziente stesso che ai medici.
Tramite un monitoraggio continuativo, il curante può mantenere (letteralmente) il polso della situazione, collegandosi col paziente proattivamente quando le misurazioni di routine risultano fuori dalla norma. Infine, la forte presenza virtuale dell’ospedale rende possibile il “ricovero” a casa del paziente, rendendo l'esperienza più gradevole per il paziente e portando risparmi alle strutture.
Nonostante ci siano vari ostacoli a questo progresso, come la necessità di infrastrutture informatiche che comprendano collegamenti internet veloci o, ancora, la necessità di armonizzare le regolamentazioni in tema di telemedicina, l'ospedale virtuale è considerato la trasformazione naturale dell'ospedale fisico, non per rimpiazzare le abilità e i servizi dei dottori, ma per espanderne le capacità.
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