Tornare a camminare grazie ad elettrodi e IA

Gert-Jan Oskam, un uomo, paralizzato dall'anca in giù dopo un incidente in moto nel 2011, è tornato a camminare grazie ad una tecnologia che traduce i suoi pensieri in movimenti.
Il paziente, grazie a dispositivi protesici collegati al suo cervello e al midollo spinale, è infatti riuscito a riacquistare il controllo della parte inferiore del corpo.
Uno studio pubblicato su Nature ha descritto le protesi innovative come un "ponte digitale" che collega il cervello e il midollo spinale, consentendo a Oskam di stare in piedi, camminare e affrontare persino una rampa ripida con l'aiuto di un deambulatore. La tecnologia ha permesso a Oskam di mantenere queste capacità e di mostrare segni di recupero neurologico perfino quando l'impianto era stato successivamente spento.
L'interfaccia cervello-midollo utilizza un “decodificatore di pensiero” che sfrutta l’intelligenza artificiale per leggere le intenzioni di Oskam e abbinarle ai movimenti muscolari. Gli elettrodi impiantati nel suo cranio e nella colonna vertebrale permettono di inviare segnali elettrici alle parti del corpo, innescandone il movimento.
Nonostante i lati positivi, questa tecnologia soffre di alcuni limiti. Le intenzioni al movimento, se non reiterate, sono difficili da rilevare e l'interfaccia attuale è adatta solo per il camminare, non per ripristinare altri movimenti, come quelli della parte superiore del corpo. Il trattamento è invasivo e richiede interventi chirurgici e ore di fisioterapia. Tuttavia, gli scienziati sperano che ulteriori progressi rendano il trattamento più accessibile ed efficace, con l'obiettivo di rendere questa tecnologia disponibile in tutto il mondo per tutti i pazienti che ne hanno bisogno.
Brain–spine interface allows paralysed man to walk using his thoughts